Descrivere il dolore è impresa ardua per la soggettività che lo caratterizza. Una definizione più completa l’ha data, per la prima volta, la IASP – “International Association for the Study of Pain” nel 1986, che l’ha definito: “un’esperienza sensoriale ed emotivamente spiacevole associata ad un effettivo o potenziale danno tessutale o descritta come tale”.

Recenti stime hanno individuato che la prevalenza di dolore cronico nella popolazione arriva al 35% del totale, fornendo una misura empirica ma efficace della gravità sulla salute generale. Il concetto di dolore si è evoluto negli anni, da realtà “riservata” prevalentemente ai malati terminali, oggi è considerato una “malattia nella malattia” con caratteristiche che variano da soggetto in soggetto.

La caratteristica essenziale del dolore cronico è il suo perdurare nel tempo dopo la risoluzione della causa: il venir meno del rapporto di causa/effetto che caratterizza il dolore acuto e quello persistente.

Si rende necessario, pertanto, implementare gli eventi formativi in quest’ambito al fine di diffondere la cultura della medicina del dolore.

Questo congresso si rivolge a tutte quelle figure professionali, sia medici specialisti, come l’anestesista, l’ortopedico, il neurochirurgo, il fisiatra, e non in ultimo, il medico di medicina generale, ma anche infermieri, con esperienza in terapia del dolore, che desiderino rafforzare le loro competenze tecniche o che vogliano ottenere una buona visione d’insieme dei principali argomenti d’interesse della medicina del dolore.

I partecipanti al corso avranno l’opportunità di apprendere le principali caratteristiche del dolore cronico ed il suo trattamento. Verranno fornite le nozioni basilari al fine di poter condurre un accurato “assessment” del paziente con dolore cronico.

Verranno altresì̀ trattate alcune tematiche di frequente interesse, come i principali trattamenti interventistici mininvasivi e le possibili complicanze.

La scienza medica fortunatamente viene incontro in questo campo, proponendo farmaci e tecniche sempre nuovi, come la neuromodulazione nervosa elettrica (radiofrequenza) o la neurostimolazione midollare.
Così come il trattamento della patologia primitiva richiede l’intervento dello specialista, anche il dolore nella sua complessità necessita dell’intervento dello specialista in terapia del dolore, il quale non solo deve saper correlarlo ad una corretta diagnosi, ma anche somministrare farmaci analgesici appropriati compresi gli oppiacei, eseguire trattamenti interventistici mininvasivi e gestire il paziente anche dal punto di vista psicologico, coadiuvando la terapia e favorendo l’integrazione sociale.